Il territorio

Percorrendo la costa settentrionale da Messina verso Palermo, si nota un paesaggio verdeggiante e luminoso, un incredibile scenario di mari, monti e laghi, dove si possono ammirare molteplici piccoli villaggi fondati tempo fa, da pescatori. Le spiagge di sabbia e ghiaia  tra (Ganzirri, Torre Faro, Acqua ladrone, S. Saba) offrono ao turisti un vero e proprio paradiso terrestre.
La caratteristica più importante della zona di Ganzirri e Torre Faro sono sicuramente i luoghi suggestivi dei due laghi salmastri uno detto Lago Grande e l’altro Lago Piccolo, dove viene praticata un po’ per attività economica, un po’ per tradizione, la molluschicultura di prodotti autoctoni., Tra cui: Vongole veraci, Lupini "femminelle", Padelle, Vongola rizza "cutignina" e le squisite Cozze nostrane.
Anche qui non mancano le leggende, infatti il lago Grande di Faro a causa della sua profondità ha dato vita alla leggenda della città di Risa, una antica cittadina inabissatasi proprio in queste acque improvvisamente e con tutti i suoi abitanti, e di cui, secondo la leggenda, in particolari condizioni metereologiche, si possono ancora vedere le antiche mura e a mezzanotte sentire il rintocco delle campane.
Oggi, i laghi sono direttamente collegati tra di loro e con il mare grazie a canali fatti costruire dagli inglesi attorno al 1830. Uno è chiamato canale Catuso ed è situato nella zona sud del lago, l’altro chiamato Due Torri, e si trova nella zona nord. Il Lago Piccolo comunica direttamente con il Mar Tirreno attraverso il Canale degli inglesi e con lo stretto di Mar ionio mediante il Canale Faro "Canalone" .
Una delle pratiche più antiche, una pesca ormai divenuta una tradizione, è sicuramente la pesca del Pesce Spada nello stretto di Messina a causa della riproduzione, nella stagione primaverile, migra, percorrendo il tratto di mare tra Scilla, Bagnara e Palmi in Calabria, e poi all’inizio dell’estate inverte la rotta e costeggia lo stretto dal lato della Sicilia, ed è proprio in questo periodo che avviene la pesca del pesce Spada. Purtroppo questa pratica continua ad esistere solo per tradizione perché in parte è stata sostituita con pratiche molto più aggressive come i palangresi che catturano tutto ciò gli capita vicino, dai piccoli pesce spada ai tonni, ai delfini, ai balenotteri;  è noto tuttavia che il più caratteristico e spettacolare dei sistemi di pesca dello spada è quello con l’arpione, usato nell’area dello Stretto di Messina. Si tratta di un tipo di pesca (o di «caccia», come anticamente si qualificava), praticata da secoli più o meno con la medesima tecnica, specie nella fase conclusiva della cattura e del conseguente recupero della preda. La pesca con l’arpione è resa possibile dal fatto che il pesce spada, animale predatore agile, intelligente e veloce, amante delle profondità abissali, stranamente a fine aprile è solito comparire lungo le rive dello stretto di Messina e zone limitrofe, in acque relativamente basse si fa sorprendere in bassi fondali o fermo a fior d’acqua, si distrae dai pericoli giocherellando da solo o con la propria compagna, si fa raggiungere agevolmente dalle imbarcazioni che gli danno la caccia. Ciò comporta che, una volta avvistato, lo spada ben difficilmente sfugge alla propria sorte.
In atto da circa trent’anni la pesca con l’arpione si pratica con imbarcazioni motorizzate chiamate passerelle o anche (con termine tradizionale) feluche a motore.
Oggi organizzate, per dare la possibilità  ai turisti, visitatori e curiosi di imbarcarsi sulla " FELUCA" navigando tra lo  Stretto di Messina, tra i miti di Scilla & Cariddi, tra racconti e panorami suggestivi alla caccia del Pesce Spada, il tutto all'interno della Riserva Naturale  Di Capo Peloro!!
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